La storia di Valenza a partire con l’Ottocento si lega al settore manifatturiero orafo e calzaturiero. Tra il 1861 e il secondo dopoguerra la città ha conosciuto una lenta crescita che portarono la cittadina di 10.702 abitanti (1861) a 13.650 nel 1951. Valenza approva il suo primo piano regolatore nel 1956.
È il Boom Economico degli anni Cinquanta e Sessanta a sancire anche una vera e propria esplosione della città: nell’arco di dieci anni Valenza superava i 18.000 abitanti arrivando nel 1971 a contarne 23.061, il massimo storico. Questa crescita si lega all’urbanizzazione di nuove aree (il Comune di Valenza è il secondo in Italia ad avere un piano di edilizia economico popolare approvato (tra via Michelangelo e la circonvallazione ovest) , una sostanziale svolta paesaggistica con il sostanziale rispetto dei valloni e la nascita di nuovi quartieri. Gli anni Settanta si portano con sé anche il ripensare il mondo orafo, ormai prima colonna fondante dell’economia cittadina, e il tentativo di creare nuovi spazi per l’imprenditoria artigiana: nasce per questo l’esperienza del COINOR, con il primo Piano di Insediamenti Produttivi previsto dal nuovo PRG del 1977 approvato agli inizi degli anni ottanta.
L’ultimo piano regolatore è varato nei primi anni Novanta che vive nel presente. Questo piano immaginava una città in espansione imprenditoriale e demografica; ipotizzava una Valenza da 30.000 abitanti e dalla fiorente industria orafa, individuava nell’oltre ferrovia uno spazio fondamentale di impresa e di espansione della città fortemente ancorato al valore strategico del nodo ferroviario a all’orizzonte di un possibile potenziamento della rete viaria verso Mirabello e una connessione autostradale in quell’area.
L’ultimo decennio ha aperto un nuovo scenario scandito dal calo demografico, dalla creazione di numerose aree commerciali legate alla grande distribuzione, dalla creazione del mai decollato nuovo polo fieristico, Expo Piemonte, alle porte di Pecetto di Valenza. Inoltre, laddove l’area del COINOR ha visto il progressivo spopolamento di imprese orafe, dovuto alla crisi che è ancora in atto, la decisione del gruppo Bulgari di creare un nuovo polo produttivo non lontano da Expo Piemonte obbliga a riflettere su nuove geografie produttive.
Valenza al presente è ancora una città in cui il tessuto produttivo si interseca con quello abitativo, dove l’impresa artigiana coesiste nello stesso pianerottolo con l’appartamento famigliare, ma la nascita di nuove strutture produttive e di servizi, ad esempio la Casa di Riposo della Circonvallazione Ovest, il declinare del ruolo di passati presidi, quali l’Ospedale Mauriziano o l’ex Mercato Coperto, l’abbandono sia residenziale che dei piccoli laboratori artigiani del Centro Storico e in generale un orizzonte demografico più modesto impongono di ripensare l’idea di città